LEIHSMANIOSI

prevenzione, possibile cura

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. sandy13
     
    .

    User deleted


    LEIHSMANIOSI…unica cura:
    La Prevenzione

    La leihsmaniosi una malattia grave che colpisce sia l’uomo
    che il cane, essa è causata da un piccolo parassita
    il flebotomo, simile a una zanzara ma leggermente più piccolo
    lungo circa 3 mm di provenienza dai paesi dell’area tropicale
    ma oramai diffusosi anche in tutti i paesi del bacino mediterraneo


    Essa si trasmette attraverso la puntura di un flebotomo infetto
    che a sua volta ha già succhiato il sangue di un soggetto
    uomo o cane, già infetto.

    Una volta contagiati, si rimane portatori a vita, in quanto
    le terapie attuali sono in grado di ridurre i sintomi ma non
    di portare alla completa guarigione.


    La contrazione della malattia può presentare varie sintomatologie
    a seconda dei casi alcuni cani presentano lesioni cutanee
    perdite di sangue dal naso, dimagrimento.


    Se non curata in tempo, la leihsmania canina può portare alla morte
    dell’animale.

    In ogni caso la diagnosi del veterinario è essenziale, infatti
    deve essere effettuata da un professionista tramite esami del sangue.


    Si stima che la percentuale della popolazione canina infetta
    sia intorno al 20% con punte del 40% nelle zone costiere a clima caldo
    umido, zone in cui i flebotomi trovano un habitat ideale
    con un preoccupante aumento dei focolai infetti.

    La diffusione è favorita oltre che da fattori climatici
    da condizioni socio-sanitarie carenti, da soggetti umani
    affetti da immunodeficienza acquisita e dalla concentrazione
    di animali infetti, e per la quasi TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE
    CONTRO LA RIPRODUZIONE DEI FLEBOTOMI.

    Recenti studi ne confermano la rapida espansione specialmente
    nelle aree più calde e umide dove l’attività dei flebotomi può durare
    tutto l’anno.



    Attualmente si trova in commercio un collare protettivo da applicare
    al collo del cane per tutta la stagione a rischio.
    Il principio attivo è la Deltametrina il cui preparato dovrebbe
    allontanare i flebotomi dall’animale. Per maggiori informazioni
    contattate il vostro veterinario.

    Inoltre è consigliabile far dormire in casa il cane, oppure applicare
    alla cuccia un telo-zanzariera, svuotare in terra, e non nei tombini
    l’acqua contenuta nella ciotola, in quanto le larve depositate dalle
    zanzare vengano eliminate prima che possano schiudersi.

    Costruire trappole per Flebotomi
    Questi piccoli insetti, durante le ore notturne, sono attratti da sorgenti
    luminose deboli (come le pile tascabili); se nelle vicinanze della cuccia
    si pongono piccole sorgenti di luce circondate da carta oleata
    si creano delle trappole in cui i flebotomi rimangono prigionieri.
    Questo sistema può dare buoni risultati solo se viene approntato
    in ambienti bui.

    Per altre informazioni di prevenzione visitate il sito
    www.Leishmania.it troverete ottimi consigli su come prevenire focolai
    larvali.

    --------------------------------------------------------------------------------

    Leishmaniosi, forse in arrivo una cura ( Da Il Nuovo)

    NAPOLI - Si chiama Imma Abbronzino la veterinaria che potrebbe aver scoperto la cura per la leishmaniosi, una malattia che colpisce soprattutto i cani, ma pericolosa anche per gli uomini, provocata da protozoi trasmessi dai flebotomi, ovvero quegli insetti che succhiano il sangue.
    In altre parole dalle zanzare.
    In Campania è endemica, soprattutto nella zona ai piedi del Vesuvio, ma è molto diffusa anche in altre regioni d’Italia, come il Lazio e in parte la Toscana.
    Il problema si ripresenta con maggiore virulenza e frequenza ogni estate, quando il caldo e l’umidità favoriscono la proliferazione della zanzare.
    Non si tratta di una malattia contagiosa. La si può contrarre solo in seguito alla puntura di un insetto portatore, motivo per il quale un cane o un uomo ammalato non mettono in pericolo altri elementi dello stesso branco o della stessa famiglia.
    Negli ultimi anni i casi sono aumentati in maniera esponenziale tanto che oggi si pensa che sia stata colpita la metà della popolazione canina residente a Napoli e provincia.

    I primi sintomi sono minimi, appena percettibili dagli occhi attenti di un padrone amorevole - crescita delle unghie al di là del normale, depigmentazione del tartufo – ma col progredire della malattia, se non viene curata, la salute del cane, che inizialmente non si rende conto di nulla perché non soffre, peggiora: inizia a perdere il pelo, compaiono delle ferite, la pelle si cosparge di piaghe, i tessuti si necrotizzano, le croste cadono e il cane perde sangue. La conseguenza più drammatica e molto diffusa è la morte dell’animale.



    Non esiste un vaccino. Si può solo cercare di prevenire il problema con l’uso assiduo di antiparassitari e cautele a difesa del cane, come l’abitudine di non farlo stare all’aperto nelle ore in cui ci sono le zanzare, durante la notte e soprattutto al tramonto, o con l’accortezza di evitare ristagni d’acqua, come quella raccolta dai sottovasi o presente in stagni e fontane, con l’accensione di zampironi e l’uso di altri insetticidi. In poche parole tutto ciò che suggerisce il buon senso. Utile per il cane come per l’uomo. Ma non sufficiente. Negli ultimi anni infatti le zanzare sono diventate in molti casi resistenti ai più diffusi insetticidi, divenuti così inefficaci, e sono aumentate di numero, forse in conseguenza dei cambiamenti climatici che si sono verificati anche nel nostro Paese, la pioggia di quest’estate alternata a un caldo umido intenso non ha fatto che peggiorare la situazione già grave. Ci sono poi cani più a rischio di altri. Quelli che hanno il pelo corto ad esempio, rispetto a quelli con il pelo lungo. E ci sono parti del corpo inevitabilmente vulnerabili: il muso, il tartufo, le orecchie, la pancia. Insomma non c’è modo di evitare totalmente le punture di zanzare. Si può solo cercare di limitarle. Di conseguenza si sta al caso. Se tra gli insetti ce n’è uno portatore di leishmania, il cane verrà, in caso di puntura, contagiato.



    Per questo i veterinari più attenti consigliano di ripetere per ogni cane l’esame del sangue almeno due volte l’anno, normalmente prima e dopo l’estate, in modo da scoprire tempestivamente l’eventuale insorgere della malattia. Nel caso in cui l’animale stia bene l’esito dell’esame sarà negativo, altrimenti viene indicata una presenza variabile di anticorpi, abitualmente descritta come un rapporto di diluizione: 1:40 o 1:80 rappresentano gli stadi iniziali della leishmaniosi, mentre gli stadi più avanzati sono contrassegnati da una presenza di anticorpi pari a 1:2.500.

    Fino ad oggi una volta scoperta la malattia, il medico ha sempre consigliato una terapia farmacologica basata sull’iniezione di antibiotici che consentono non una vera e propria cura che possa far guarire il cane, bensì un’azione di contrasto per impedire l’evolversi della patologia stessa, comunque latente. Con un ciclo di iniezioni, in un mese il cane sta meglio, ma la malattia non sparisce e anzi può peggiorare in qualsiasi momento, motivo per il quale periodicamente si deve ripetere la cura, “con la conseguenza – spiega la dottoressa Abbronzino – che con il passare degli anni anche i cani nelle migliori condizioni subiscono dei danni irrimediabili all’organismo; di fatto la terapia farmacologica impedisce la morte immediata, ma sul lungo periodo si può constatare che si tratta solo di un ritardo”.

    Tutt’altro discorso per la cura omeopatica che la dottoressa Abbronzino ha sperimentato su una decina di cani. “Troppo pochi – spiega – perché il risultato possa essere ritenuto scientificamente attendibile, motivo per il quale ufficialmente a tutt’oggi non esiste”. “Perché la cura acquisisse validità riconosciuta dovrei procedere con una sperimentazione, ad esempio in un canile con cento animali ammalati, dove poterne curare una cinquantina in modo tradizionale e la parte restante con la cura omeopatica in modo da poter confrontare i risultati. Ma per far ciò ci vuole la disponibilità di una struttura, ci vogliono fondi e ci vuole un’apertura mentale che l’omeopatia in Italia non si è ancora conquistata, per questo per il momento mi limito a proporre questa possibilità privatamente, ai clienti che penso possano apprezzare e capire i miei sforzi, senza però poter offrire garanzie. Fino ad oggi infatti ho sempre ottenuto risultati positivi, ma non avendo fatto una sperimentazione su ampia scala non sono in grado di dire che limiti potrei incontrare, se con qualche cane potrebbe non funzionare... le variabili sono molte: le condizioni dell’animale, l’età, lo stato di avanzamento della malattia”.

    Esile, occhi scuri e un sorriso accattivante, per ora Imma Abbronzino si accontenta di qualche soddisfazione professionale, della felicità dimostrata dai propri clienti quando hanno scoperto che i loro cani, che pensavano spacciati, erano in realtà guariti. L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda due beagle di tre anni. Per entrambi la malattia era stata riscontrata a fine giugno, con il consueto esame del sangue. 1:40 per uno, 1:80 per l’altro, era stata la diluizione certificata dal laboratorio di analisi per la presenza di anticorpi. Dopo due mesi di cure quotidiane, con un nuovo prelievo l’esito degli esami è stato per entrambi negativo. Dovranno proseguire il trattamento per almeno un anno, e ripetere gli esami ogni due mesi per altre due volte. “Dopo tre risultati negativi consecutivi, si può considerare il cane guarito – assicura la dottoressa Abbronzino – anche se esiste la possibilità di contrarre la malattia nuovamente, in futuro, in seguito ad un’altra puntura di zanzara”.

    E se nel caso dei due beagle si potrebbe obbiettare che erano a uno stadio iniziale della leishmaniosi, la dottoressa Abbronzino racconta comunque di aver ottenuto risultati soddisfacenti anche con un cane che invece presentava valori altissimi, 1:2500. Con il tempo i valori si sono di volta in volta dimezzati fino a raggiungere la soglia minima di 1:80, da cui probabilmente non si otterrà mai la negativizzazione, ma il cane è comunque salvo. E ciò è quanto basta a questa trentenne che con passione non cerca né gloria né pubblicità, ma lavora esclusivamente e tenacemente per il bene degli animali che si trova a curare. Per loro ha già combattuto altre battaglie in passato, in un territorio e in un Paese dove comunque la tendenza è quella di considerare un animale inferiore all’uomo, e per questo la sua vita meno importante. Ma a lei non importa. Ha lottato, con alcuni risultati, anche se ancora la battaglia non è finita, per la diffusione di medicinali veterinari nella farmacie napoletane, dove fino a due anni fa molto spesso alcuni farmacisti negavano semplicemente l’esistenza di alcuni prodotti per non doverli ordinare, sostituendoli arbitrariamente con altri per uso umano. Oggi questo non è più possibile grazie a una legge varata circa un anno fa, che impone al farmacista di consultare il veterinario curante per l’eventuale sostituzione di un farmaco.

    Nel caso dei prodotti omeopatici, non sono diffusi capillarmente come quelli farmaceutici. In parte perché meno richiesti, in parte perché meno costosi e per questo osteggiati dalle ditte farmaceutiche che evidentemente perderebbero una cospicua fetta di guadagni se l’omeopatia si affermasse. Nel caso della cura per la leishmaniosi messa a punto dalla dottoressa Abbronzino per esempio, sono necessari tre prodotti: Sulfur 200 ch, Mercurius solubilis 30 ch e Iodum 30 ch, tutti venduti in confezioni dal costo medio di 6 euro a tubetto.

    La cura è basata sulla somministrazione quotidiana delle pillole (per cui è assolutamente da evitare il contatto con le mani o con oggetti in metallo, che ne annullerebbero l’effetto) con la seguente scadenza: una di Sulfur ogni dieci giorni, e una di Mercurius e di Iodum negli altri giorni, un’ora prima o tre ore dopo i pasti. Considerato che un tubetto di Iodum contiene circa 80 granuli, uno di Mercurius 140, e uno di Sulfur circa 200, con una scadenza, se acquistati oggi, che oscilla tra il 2006 e il 2007, si deduce immediatamente quanto sia modesta la spesa. Decisamente inferiore rispetto alla tradizionale cura farmacologica, l’unica oggi riconosciuta ufficialmente.

     
    .
  2. fabia185
     
    .

    User deleted


    Il mio veterinario mi ha consigliato (quando andrà in vacanza sull'adriatico) come prevenzione da flebotomi e pappataci:

    Fialetta Frontline applicata nelle scapole + collare scalibor.

    Mi raccomando chiedete sempre informazione ai vostri veterinari non prendete voi l'iniziativa senza il parere medico.
     
    .
  3. _titti_
     
    .

    User deleted


    Da quello che so io (notizie prese da vari vet) il collare ed il front line non andrebbero usati assieme perchè hanno due principi attivi diversi e visto che non sono stati fatti test nell'utilizzo in contemporanea, c'è il rischio che le due sostanze si annullino a vicenda. (se avessero lo stesso principio attivo si rischierebbe il sovraddosaggio che comunque non è consigliato).

    Io ho usato il front line per mesi ma ora ho deciso di cambiare, passo all'expot per tre ragioni:

    1) il frontline non impedisce alle zecche (ed il resto) di attaccarsi, ma quando si attaccano muoiono poco dopo (si spera). Invece advantix ed expot hanno un principio attivo diverso, impediscono ai parassiti di attaccarsi e comprendono anche i flebotomi.
    2) dai risultati dei test di laboratorio risulta il front line inizia a perdere efficacia già nella seconda settimana (la percentuale scende al 50% se non ricordo male, ma chiederò al mio negoziante di fiducia, animalista convinto, persona molto affidabile) mentre l'expot fino alla quarta settimana ha ancora una copertura dell'80%.
    3) 3 pipette di front line mi costano 19 euro...6 pipette di expot mi costano 22,80 euro

    A proposito di principi attivi:

    Il principio attivo dell'advantix è la permetrina
    Il principio attivo dell'expot è la permetrina
    Il principio attivo dello scalibor (collare) è la deltametrina
    Il principio attivo del front line combo (pipette) è il fipronil e il methoprene

    I diversi principi attivi sono stati testati (ovviamente) separatamente, quindi a livello scientifico non si sa che effetto possano avere nell'uso in contemporanea.
    Se si usano 2 diversi prodotti, occhio che non abbiano lo stesso principio attivo (ad esdempio advantix ed expot) perchè usandone due si rischia il sovradosaggio. L'advanitx e l'expot non devono assolutamente essere usati nei gatti.
    Se si usano due diversi prodotti con principi attivi diversi potrebbero (ma non è detto) annullarsi a vicenda.

    Tutti i prodotti tranne il frontline agiscono anche contro i flebotomi e le zanzare e impediscono ai parassiti di attaccarsi al cane (col front line si attaccano e muoiono).
     
    .
  4. fabia185
     
    .

    User deleted


    Il principio attivo dell'advantix è la permetrina
    Il principio attivo dell'expot è la permetrina


    il vet mi ha detto che la permetrina è una sostanza che ad alcuni soggetti può dare crisi epilettiche perchè è una sostanza abbastanza forte, e se qualche soggetto è debole da questo punto di vista si rischia grosso..

    (quindi io che faccio? al mare?:( metto solo lo scalobor?)
     
    .
  5. _titti_
     
    .

    User deleted


    Guarda...la reazione purtroppo è molto soggettiva!
    Ho parlato con molte persone...ho sentito pareri favorevoli e contrari su tutti i prodotti..tutti!
    C'è chi ha avuto problemi e chi si è trovato benissimo con lo stesso prodotto!
    Di crisi epilettiche non ne ho mai sentite però!
    Quello che di sicuro eviterei è di usare due prodotti in contemporanea...potrebbero non esserci problemi, però preferisco non rischiare.

    Ma hai già usate il front line? come ti sei trovata? E il collare?

    Altrimenti puoi provare ad usare l'expot e vedere come va...se il cane reagisce male, il giorno dopo lo lavi così perde efficacia. Anche se penso che le crisi epilettiche vengano a soggetti delicatissimi!

    Inoltre potresti usare anche qualche antiparassitario naturale, non ha effetti collaterali e non dovrebbe interferirecon l'anitarassitario chimico (ma chiederò per sicurezza).

    Un'antiparassitario naturale è il FlyBlock Spray:

    Preparato vegetale con oli essenziali, malaleuca e pompelmo. Il timolo, l'eugenolo e il linalolo sono naturalmente attivi contro vari parassiti. Consigliati per una naturale protezione da agenti biologici esterni ( flebotomi, acari, zecche, zanzare e pulci ). Spruzzare su tutto il pelo dell'animale ogni 6 giorni nei periodi di maggiore esposizione ( primavera ed estate ), ogni 15 giorni come mantenimento in ogni periodo dell'anno.
    Svolge una azione igienizzante e protegge il pelo grazie ai suoi componenti naturali.
    Componenti principali:
    Manuka, Pompelmo, Olio di Neem, Complesso vitaminico B, Malaleuca
     
    .
  6. chiari86
     
    .

    User deleted


    la mia veterinaria per la mia cucciola di 2 mesi per i flebotomi mi ha consigliato l' EXPOT dice che è il migliore e il più sicuro in commercio fino ad ora ed è utilizzabile anche come antiparassitario!!
     
    .
  7. fabia185
     
    .

    User deleted


    Con il Frontline combo io per ora mi sono trovata bene, non ha mai preso pulzi o zecche.. almeno che mi si accorta!
    al vet avevo chiesto se c'erano controindicazioni per metteer sia frontline che collare ma ha detto di no.. sai che faccio? io parto per il mare verso l'8 agosto.. gli metto il frontline verso fine luglio e poi + niente solo il collare scalibor dall'8 al 18.. dato che il frontline dopo 2 settimane ha già un effetto molto più tenue.. Sai non vorrei mai, dato che la zona è a rischio leihsmaniosi, fare qualche cavolata e far rischiare al mio tato..
     
    .
  8. gabry231
     
    .

    User deleted


    anch'io ai miei cani ho sempre messo il frontline e non hanno mai preso ne' zecche ne' pulci, e abito in campagna vicino al mare!
     
    .
  9. _titti_
     
    .

    User deleted


    Stiamo andando un pò OT!
    E se aprissimo un post sugli antiparassitari?
     
    .
  10. maria_andrea
     
    .

    User deleted


    ciao, io sono appena tornata dal mare e per la mia cucciola ho utilizzato il frontline più un antiparassitario naturale, citronella per intenderci, che mi ha consigliato il veterinario le ho messo il frontline tre giorni prima di partire e la citronella ogni sera dalla sera prima della partenza fino al ritorno, spero vi possa essere utile, maria
     
    .
  11. fabia185
     
    .

    User deleted


    grazie per il consiglio!!!
    dove sei andata? sull'adriatico?
     
    .
  12. maria_andrea
     
    .

    User deleted


    in calabria, sullo ionio
    buona serata a tutti!
    Maria
     
    .
  13. jos&lory
     
    .

    User deleted


    Bello lo ionio...Io sto in Calabria tu dove sei stata????
     
    .
  14. maria_andrea
     
    .

    User deleted


    a sellia marina, un mare stupendo, la mia cagnolina aveva una spiaggia praticamente tutta per se dove correre...
    vi manderò una foto della nina che gioca in spiaggia, è tenerissima!!!!!
    Maria
     
    .
  15. jos&lory
     
    .

    User deleted


    Bella la zona!!! Sono stata al mare da quelle parti ed è favoloso! Io sono del profondo sud, Reggio Cal... Però mi sa che siamo andati OT, scusate :D lasciamo la discussione libera!
     
    .
26 replies since 20/6/2007, 12:12   5733 views
  Share  
.